Ex funzionario del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti: l'amministrazione Trump potrebbe mantenere efficaci i dazi attraverso altre normative

William Reinsch, ricercatore presso il Center on Strategic and International Studies e ex alto funzionario del Dipartimento del Commercio, ha dichiarato che l'amministrazione Trump si era già preparata alla sentenza di "tariffe illegali". "È noto che questa amministrazione aveva previsto questo risultato da tempo e stava elaborando un piano B—presumibilmente con l'obiettivo di mantenere l'efficacia delle misure tariffarie attraverso altre disposizioni legali."

Nel trading azionario post-mercato negli Stati Uniti, il mercato ha reagito a malapena a questa sentenza.

Art Hogan, Chief Market Strategist di B. Riley Wealth, ha sottolineato: "Né il mercato né le imprese americane vogliono vedere ancora più incertezza nel settore commerciale."

Nel frattempo, Trump è coinvolto in una disputa legale volta a rimuovere Lisa Cook, membro del consiglio della Federal Reserve, un'azione che potrebbe potenzialmente porre fine all'indipendenza della banca centrale statunitense.

Josh Lipsky, presidente degli affari economici internazionali presso l'Atlantic Council, ha affermato: "Credo che ciò possa mettere l'intera agenda economica di Trump su una rotta di potenziale conflitto con la Corte Suprema. È una situazione che non abbiamo mai visto prima."

Attualmente, la Corte Suprema è dominata dai conservatori con un rapporto di 6:3; questa corte ha già emesso una serie di sentenze favorevoli all'agenda del secondo mandato di Trump, ma negli ultimi anni si è anche opposta alla pratica di "attribuire nuovi poteri al presidente attraverso un'interpretazione estesa di vecchie leggi".

La sentenza della corte d'appello deriva da due casi: uno intentato da cinque piccole imprese statunitensi e l'altro da dodici stati americani governati dai Democratici. Entrambi i casi sostengono che l'International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) non autorizza l'imposizione di tariffe.

I documenti della causa indicano che, secondo la Costituzione degli Stati Uniti, il potere di tassare e imporre tariffe appartiene al Congresso e non al Presidente; inoltre, qualsiasi delega di tale potere deve soddisfare contemporaneamente i requisiti di "chiarezza" e "limitazione".

La United States Court of International Trade di New York ha già emesso il 28 maggio una sentenza sfavorevole alla politica tariffaria di Trump, affermando che Trump aveva oltrepassato la sua autorità nell'attuare le due misure tariffarie contestate. Nel collegio di tre giudici di questa corte era presente anche un giudice nominato durante il primo mandato di Trump.

Un'altra corte di Washington ha anch'essa stabilito che l'International Emergency Economic Powers Act non autorizza Trump a imporre tariffe, e il governo degli Stati Uniti ha già presentato ricorso contro questa sentenza. Attualmente, almeno otto cause legali contestano la politica tariffaria di Trump, incluso un caso intentato dallo stato della California.