La Russia allenterà le restrizioni per il trading personale di criptovalute

Il Ministero delle Finanze russo sta lavorando per rendere il trading di criptovalute più accessibile ai cittadini comuni, abbassando i rigorosi requisiti di reddito e patrimonio.

Il piano amplierebbe la partecipazione al progetto pilota supervisionato dalla Banca Centrale, concepito come banco di prova per regole permanenti.

Il Ministero spinge per abbassare le barriere agli investitori

Secondo fonti locali, intervenendo all’Eastern Economic Forum di Vladivostok il 3 settembre, il Direttore della Politica Finanziaria del Ministero delle Finanze, Alexey Yakovlev, ha confermato che è in discussione la riduzione della soglia d’ingresso.

“Stiamo discutendo proprio queste cifre,” ha detto Yakovlev ai giornalisti, riferendosi agli attuali standard di 100 milioni di rubli (1,23 milioni di dollari) in titoli e depositi o 50 milioni di rubli (615.753 dollari) di reddito annuo.

“Riteniamo che questi criteri possano essere abbassati. È in discussione ora.”

In Russia, solo le persone con grandi patrimoni personali si qualificano come investitori “particolarmente qualificati”, o “superquals”. Questo limita la partecipazione al regime legale sperimentale (ELR), creato dal governo a marzo per supervisionare il trading organizzato di criptovalute.

Yakovlev ha sottolineato che, sebbene alcuni criteri debbano rimanere, escludere i cittadini comuni mina il progetto pilota. Ha dichiarato: “Il progetto non può svolgere la sua funzione se limitato a uno strato estremamente ristretto della società.”

Resistenza della Banca Centrale russa e il compromesso di Putin

Lo scorso anno, il Presidente Vladimir Putin ha ordinato al Ministero delle Finanze e alla Banca Centrale di raggiungere un compromesso sulla regolamentazione delle criptovalute. Da allora, Mosca ha avviato una svolta più ampia verso le criptovalute, utilizzando token come Bitcoin (BTC) negli accordi commerciali transfrontalieri. Putin ha inoltre esortato le regioni con riserve energetiche inutilizzate a impegnarsi attivamente nel mining di criptovalute.

Entro marzo 2025, la Bank of Russia ha rafforzato la sua opposizione alla libera circolazione delle valute decentralizzate. Ha raccomandato al governo di limitare le transazioni all’ELR e di vietare tutti i pagamenti in criptovalute tra residenti al di fuori di questo quadro. La proposta includeva anche l’introduzione di responsabilità penale per le violazioni.

Due mesi dopo, a maggio 2025, l’ente regolatore ha permesso agli investitori qualificati di acquistare prodotti basati su criptovalute come i futures su Bitcoin. Secondo fonti locali, gli investitori russi ne hanno acquistati per un valore di 16 milioni di dollari in un solo mese.

L’ELR stesso è stato introdotto come quadro temporaneo di tre anni. Yakovlev ha spiegato che, dopo la fase di prova, seguiranno regole permanenti.

Il dibattito mette in luce uno scontro più ampio: i regolatori avvertono dei rischi mentre i responsabili politici spingono per l’espansione. Segnala anche la svolta accelerata della Russia verso gli asset digitali, dai pagamenti transfrontalieri in Bitcoin alle iniziative di mining sostenute dallo Stato.

Nonostante le opzioni legali limitate, si ritiene che i russi detengano oltre 25 miliardi di dollari in asset digitali. In assenza di exchange domestici centralizzati, la maggior parte degli acquisti avviene ancora su piattaforme estere.