X Chat: Elon Musk promette un'app più sicura di WhatsApp

Nella mente di Elon Musk, la parola “pausa” non esiste. Tra un tweet e l’altro, ridisegna il futuro. Colonizzare Marte, rimodellare la finanza, robotizzare la vita quotidiana… L’uomo non si ferma mai. Nemmeno per dormire. Oggi vuole trasformare X in una vera super-app. E in questa titanica impresa, svela X Chat: un servizio di messaggistica criptata progettato come una replica diretta del modello WhatsApp. Con, come bonus, un’architettura ispirata a Bitcoin.

Meta nel mirino: la messaggistica secondo Elon Musk vuole spezzare le catene

X Chat rappresenta una pietra miliare digitale. Musk vuole sostituire il vecchio sistema di messaggistica diretta con un servizio completamente criptato. La sua ambizione: costruire una tecnologia decentralizzata, basata su crittografia peer-to-peer “simile a quella di bitcoin”.

Nessun server centrale, nessun accesso per l’editore, nessun sfruttamento pubblicitario. L’opposto di WhatsApp, che Musk critica per i suoi “ganci” di marketing, quei ponti che permettono di profilare gli utenti in base al contenuto dei loro messaggi. Secondo lui, questa sarebbe una falla di sicurezza enorme.

X Chat si rivolge quindi a tutti coloro che vogliono parlare senza essere osservati. Uno spazio senza algoritmi pubblicitari o profilazione nascosta. Non è tanto una funzione quanto un manifesto tecnico: quello di una rete in cui la riservatezza non è più una vaga promessa ma un fondamento inalterabile.

Telegram, Signal, Bitcoin: Elon Musk entra nell’arena della messaggistica sovrana

Sul ring della messaggistica sicura, la concorrenza è già agguerrita. Telegram, Signal, WhatsApp… ognuno fa la sua promessa. Ma Elon Musk non è qui per negoziare un posto. Vuole resettare le regole del gioco. Con X Chat, si affida al DNA di Bitcoin: codice pubblico, controllo individuale, assenza di terze parti fidate.

Non è solo un’app di messaggistica. È un’estensione della visione cripto. Dove WhatsApp dice di criptare i messaggi ma raccoglie i metadati. Dove le aziende possono affidare a Meta l’analisi dei messaggi tramite AI. Dove la crittografia termina non appena interagisci con un brand. Musk vuole che tutto resti criptato, sempre.

Vuole anche dimostrare che si può comunicare senza passare per i grandi silos di dati. Che la crittografia non è solo uno strumento tecnico ma un’idea: quella di restituire il controllo agli utenti. Bitcoin lo ha fatto per il denaro. X Chat vuole farlo per la parola.

Verso una super-app senza pubblicità né compromessi sulla privacy

X Chat non è un gadget. È un elemento centrale nella visione globale di Elon Musk per X. Una visione in cui messaggistica, pagamenti, AI e servizi si fondono in un’unica interfaccia. E dove i dati non sono più la valuta di scambio.

Musk lo ripete: la pubblicità danneggia l’integrità del sistema. Per questo vuole un’alternativa radicale. Un luogo dove la sicurezza non può essere aggirata. Dove nessuna AI scruta le conversazioni per migliorare un bot o affinare una campagna.

Per alcuni, sembra un’utopia. Per altri, un ritorno ai valori originari di internet: anonimato, libertà, sovranità digitale. E X Chat potrebbe davvero diventare lo strumento di questa riconquista.

5 fatti per capire le ambizioni dietro X Chat

• 2 miliardi di utenti scambiano messaggi ogni giorno su WhatsApp, ignari di cosa succede ai loro metadati;
• Bitcoin si basa su un’architettura senza un ente centrale. Musk vuole che X Chat adotti la stessa logica;
• WhatsApp condivide alcuni dati professionali con Meta, anche tramite AI per risposte automatiche;
• X Chat rifiuta qualsiasi modello pubblicitario, rifiutando la rivendita o lo sfruttamento dei messaggi;
• Musk annuncia X Chat come il sistema “meno insicuro” tra i servizi di messaggistica attuali.

Musk non si ispira solo alla crittografia di Bitcoin. Abbraccia la sua logica più profonda: quella di un sistema monetario che limita l’emissione arbitraria di valore. Una rottura con la stampa di denaro. E se la messaggistica X Chat sembra modesta, potrebbe essere la pietra angolare di un internet post-pubblicitario.