Criptovalute: la società di Donald Trump subisce pesanti perdite nonostante i suoi investimenti

Vincere con Bitcoin non è una questione di status. Anche se ti chiami Trump e governi dallo Studio Ovale, puoi perdere qualche miliardo. Mentre Donald Trump è tornato alla guida degli Stati Uniti, il business cripto-mediatico della sua famiglia, tuttavia, sta vacillando. Puntando forte su BTC, il clan Trump sperava di costruire un tesoro digitale. Ma nel mercato delle criptovalute, né l’influenza politica né il nome sulla porta garantiscono immunità. Il potere non è nulla contro la volatilità.

Trump perde la presa nonostante i suoi miliardi in Bitcoin

Il terzo trimestre del 2025 si è chiuso con una perdita netta di 54,8 milioni di dollari per Trump Media. Questa società, legata al Presidente Trump, ha puntato forte su bitcoin: 2 miliardi di dollari investiti a luglio, quando BTC sfiorava i 118.000 dollari. Da allora, il valore del token è crollato a 102.000 dollari, generando 48 milioni di perdite non realizzate su questo investimento.

Certo, il gruppo ha guadagnato 15,3 milioni di dollari tramite opzioni su Bitcoin e 13,4 milioni di dollari di interessi sugli altri asset. Ma le spese legali di 20,3 milioni di dollari legate alla fusione SPAC e il calo del prezzo hanno rapidamente oscurato il quadro. Il titolo DJT è precipitato a 12,70 dollari, il minimo dell’anno.

Nell’immaginario di Trump, le cripto dovevano essere una scialuppa di salvataggio. In realtà, il mercato le ha maltrattate senza pietà. Anche con il potere in mano, le cripto non garantiscono alcuna immunità finanziaria.

Cripto, comunicazione e miraggio strategico per Trump

Per Trump, le cripto non sono solo un asset: sono uno strumento di influenza. La sua piattaforma Truth Social, la partnership con Crypto.com e le sue ambizioni nei mercati predittivi mirano a creare un’economia parallela. Ma il dietro le quinte è meno brillante. I ricavi dell’ultimo trimestre? Appena 972.900 dollari. E ancora nessun indicatore chiave di pubblico.

Trump Media preferisce parlare di “infrastruttura incendiaria”, “espansione strategica”, “crypto treasury”. Eppure, il titolo DJT si muove con la politica, non con la performance. Dalla sua nascita, la società ha accumulato trimestri in perdita senza presentare un piano solido.

Trump, che nel 2019 ancora criticava le criptovalute, ora le usa come leva mediatica. L’ironia non sfugge a nessuno: bitcoin diventa un totem comunicativo, più che una fonte di valore reale. Il progetto cripto di Trump resta una casa di carte: spettacolare all’esterno, fragile nelle fondamenta.

Cosa dovrebbe ricordare ogni investitore

Dietro le perdite, emerge una lezione. Molti hanno seguito Trump nella sua crociata cripto, sedotti dalla sua aura presidenziale. Ma il mercato non risparmia nessuno. Gli investitori devono leggere tra le righe di uno storytelling ben oliato. I numeri, però, non mentono mai.

La strategia di Trump, sebbene pubblicizzata, mostra i suoi limiti: mancanza di trasparenza, dipendenza dalle fluttuazioni e sovraesposizione. Questo cocktail può attrarre… ma anche intrappolare.

Le cripto sono un mondo dove i guadagni evaporano rapidamente quanto appaiono. E chi investe deve essere pronto a resistere nelle tempeste.

Alcuni fatti da ricordare:

• Titolo DJT: –25% di valore in un mese;
• Perdita non realizzata: 48 milioni di dollari su BTC dall’acquisto;
• Ricavi trimestrali: appena 972.900 dollari;
• 114,75 milioni di azioni detenute da Trump tramite un trust;
• Prezzo attuale BTC : 102.176 dollari.

Quando bitcoin vacilla, tutta la struttura trema. La volatilità, parola d’ordine dell’universo cripto, colpisce indiscriminatamente. E alcuni osservatori iniziano a preoccuparsi per Strategy, il più grande detentore di BTC al mondo tra le aziende. Il mercato resisterà allo shock? O siamo sull’orlo di un’altra correzione?