La SEC adotta un tono più severo sulle criptovalute mentre il Congresso è diviso

Dall’arrivo di Paul S. Atkins alla guida della SEC, l’industria crypto sperava in una svolta più morbida. Addio al rullo compressore di Gensler, spazio a un’epoca di ascolto, ETF approvati e regolamentazione più flessibile. Il mercato crypto aveva già stappato lo champagne. Ma il discorso di Atkins a Philadelphia ha raffreddato l’entusiasmo. Sì, sembra voltata una pagina. Ma non quella che pensavamo. Atkins non ha alcuna intenzione di allentare la presa. Questo cambio di tono è soprattutto un rifocalizzarsi del regolatore sulla chiarezza… non sulla clemenza.

Token, non token: quando la SEC tira fuori la calcolatrice regolatoria

Nominato lo scorso aprile, Paul Atkins non ha annunciato una rivoluzione, ma una pulizia di primavera della regolamentazione. L’ambiguità è finita. Ora la SEC vuole classificare gli asset crypto per categorie. È in corso una “token taxonomy”. Obiettivo? Distinguere gli investimenti dagli usi semplici.

Nel suo discorso del 12 novembre, il presidente della SEC ha deciso:

Credo che la maggior parte dei crypto token scambiati oggi non siano titoli in sé. Certo, è possibile che un particolare token sia stato venduto come parte di un contratto d’investimento durante un’offerta di titoli.

Il messaggio è chiaro: non conta l’oggetto, ma l’impegno iniziale. Una volta che le promesse sono state mantenute (o dimenticate), il token può cessare di essere un titolo. Un’idea che potrebbe rivoluzionare la percezione di progetti come Ethereum o Solana, i cui token sono diventati autonomi.

La SEC introduce così quattro grandi famiglie: “strumenti digitali”, “collezionabili”, “utility” e infine “titoli tokenizzati” — questi ultimi restano sotto stretto monitoraggio. Ma per gli altri, dipenderà dal contesto. È qui che l’ambiguità può tornare a fare da giudice.

Un Congresso col fiato sospeso: il mercato crypto tra dibattiti e stalli

Mentre la SEC chiarisce la sua posizione, il Congresso è impantanato. Il disegno di legge sulla struttura dei mercati crypto è in discussione, e nei corridoi di Capitol Hill riecheggiano più domande che risposte. Chi dovrebbe supervisionare cosa: la SEC o la CFTC? Dove finisce la giurisdizione dell’una e inizia quella dell’altra?

Nel mezzo della paralisi governativa, i repubblicani del Senato hanno pubblicato una bozza di legge. Una bozza ancora vaga che lascia scettici alcuni operatori di mercato. Lo stesso Paul Atkins ha preso posizione:

Il nostro obiettivo non è espandere la giurisdizione della SEC per divertimento, ma permettere la crescita della formazione di capitale garantendo al contempo la protezione degli investitori.

L’industria crypto osserva con preoccupazione questa cacofonia legislativa. Senza un coordinamento chiaro tra i regolatori, gli imprenditori procedono alla cieca. Anche le piattaforme di scambio esitano a innovare sul suolo americano.

Crypto in esilio: quando l’incertezza regolatoria spinge all’esodo

Un clima incerto non attira né capitali né idee. Mentre la SEC aggiusta la sua bussola, molti progetti crypto scelgono l’esilio. Dove le regole sono chiare, anche se esigenti, la fiducia segue. Singapore, Dubai, Parigi stanno diventando i nuovi campi da gioco per la tecnologia crypto. Gli Stati Uniti rischiano di diventare una tappa secondaria.

L’iniziativa “Project Crypto” lanciata dalla SEC mira a fermare questa fuga. Sono allo studio esenzioni. Atkins menziona anche l’idea di piattaforme ibride, “super-app” che raggruppano titoli e token. Ma nulla è pronto. E il mercato non aspetta.

Alcune tappe da seguire meglio:

• 12 novembre 2025: data del discorso ufficiale di Atkins a Philadelphia;
• La SEC ora distingue 4 tipi di token in base al loro utilizzo;
• Una versione del Market Structure Bill circola dal primo novembre al Senato;
• Oltre 100 incontri di consultazione sono stati tenuti dalla SEC;
• Diversi progetti crypto menzionano la possibilità di trasferirsi all’estero per mancanza di chiarezza negli USA.

Un altro colpo di scena potrebbe arrivare dalla Commodity Futures Trading Commission (CFTC): dopo la candidatura fallita di Brian Quintenz, il governo ha proposto Michael Selig, un avvocato pro-crypto, per la presidenza dell’agenzia. Una nomina che potrebbe rimescolare le carte del mercato crypto americano e spostare gli equilibri tra i regolatori.