La roadmap Interop di Ethereum: come sbloccare l’“ultimo miglio” per l’adozione su larga scala

Autore: imToken

 

Nel mondo Web3, dalla "cross-chain" fino all'interoperabilità (Interop), è sempre stata una narrazione longeva.

Certo, forse molti non distinguono rigorosamente il significato dei due termini; per riassumere in una frase, la cross-chain si concentra maggiormente sugli asset, risolvendo principalmente il problema del "trasporto"; mentre l’interoperabilità (Interop) copre asset, stato, servizi e altre dimensioni, mirando a risolvere il problema della "collaborazione".

In realtà, con la narrazione modulare che ha aumentato il numero e l’eterogeneità di L1/L2, utenti e liquidità sono stati ulteriormente dispersi, e l’interoperabilità è ormai riconosciuta come la forma finale più ideale rispetto alla cross-chain—gli utenti non percepiscono più su quale chain si trovano, ma inviano una sola intenzione e il sistema completa automaticamente l’operazione nell’ambiente di esecuzione più adatto.

Con la recente pubblicazione da parte della EF (Ethereum Foundation) della nuova roadmap UX, e una serie di avanzamenti ingegneristici riguardanti ritardi nei prelievi, messaggistica e prove in tempo reale, il puzzle dell’interoperabilità si sta componendo in modo ordinato.

I. Che cos’è esattamente “Interop”?

In breve, "interoperabilità" è molto più di un semplice "ponte di asset", ma rappresenta una combinazione di capacità sistemiche a livello globale.

Significa che catene diverse possono condividere stato e prove, gli smart contract possono chiamare la logica l’uno dell’altro, l’utente può ottenere un’esperienza d’interazione unificata, e ogni ambiente di esecuzione mantiene lo stesso livello di affidabilità nei confini di sicurezza.

Solo quando queste capacità sono soddisfatte contemporaneamente, l’utente può davvero concentrarsi sull’attività di valore stessa, senza essere ostacolato da cambi di rete, autorizzazioni ripetute o frammentazione della liquidità; questo risponde anche all’obiettivo finale dell’ingegneria cross-chain: permettere agli utenti di concentrarsi sul flusso di valore stesso, e non sulle barriere tra le chain (per approfondire: "Evoluzione dell’ingegneria cross-chain: dal 'ponte aggregatore' all’'interoperabilità atomica', verso quale futuro stiamo andando?").

Soprattutto dal 2024, la narrazione modulare è esplosa, con sempre più L1 e L2 frammentate, rendendo l’interoperabilità non più una discussione teorica a livello di protocollo, ma qualcosa che entra davvero nell’esperienza utente di massa e nella logica delle applicazioni di base.

Sia che si tratti di architetture di esecuzione basate su Intent, sia di nuove applicazioni come aggregatori cross-chain o DEX on-chain, tutte esplorano lo stesso obiettivo: permettere agli utenti e alla liquidità di non essere più limitati alla mainnet di Ethereum, senza dover cambiare frequentemente rete, ma di poter completare in un’unica interfaccia e in modo unificato lo scambio di asset on-chain, la fornitura di liquidità e le operazioni strategiche.

In altre parole, l’immaginazione ultima dell’interoperabilità consiste nel rimuovere completamente la blockchain dalla vista dell’utente—consentendo a DApp e progetti di tornare a un paradigma di prodotto user-centric, creando un ambiente a bassa soglia, facile da usare e simile al Web2, eliminando l’ultimo ostacolo per gli utenti esterni che vogliono entrare senza soluzione di continuità nel mondo Web3.

Dopotutto, dal punto di vista del prodotto, la chiave della mainstream adoption non è far capire a tutti la blockchain, ma permettere loro di usarla senza doverla capire; si può dire che, se Web3 vuole raggiungere miliardi di persone, l’interoperabilità è proprio quell’“ultimo miglio” dell’infrastruttura.

Già il 29 agosto, la Ethereum Foundation ha pubblicato il "Protocol Update 003 — Improve UX", che prosegue le tre principali strategie dopo la riorganizzazione del team di ricerca e sviluppo di quest’anno—Scale L1 (scalabilità della mainnet), Scale Blobs (espansione dei dati), Improve UX (miglioramento dell’esperienza utente).

Tra queste, il tema centrale di "Improve UX" è proprio l’interoperabilità.

Fonte: Ethereum Foundation

II. Dalla “cross-chain” all’“interoperabilità”: i segnali lanciati dalla EF

In questo articolo, la EF sottolinea l’interoperabilità (interop) come nucleo, con l’obiettivo di un’esperienza nell’ecosistema Ethereum senza soluzione di continuità, sicura e permissionless; il concetto si può riassumere così: il cross-chain di asset è solo il primo passo, la collaborazione cross-chain di dati, stato e servizi è la vera “interoperabilità”, e in futuro Ethereum farà sì che tutti i Rollup e L2 “sembrino una sola chain”.

Certo, la EF ammette anche che, sebbene la maggior parte delle infrastrutture e delle tecnologie siano mature (o quasi), per mettere davvero queste soluzioni nelle mani degli utenti e integrarle naturalmente nell’esperienza quotidiana di wallet e DApp, sono necessari ancora alcuni passaggi ingegneristici fondamentali.

Pertanto, la EF ha suddiviso il lavoro di ricerca e sviluppo su "Improve UX / Interop" in tre linee parallele: Initialisation (Inizializzazione), Acceleration (Accelerazione) e Finalisation (Finalizzazione).

Per prima cosa, la fase di “inizializzazione”, con l’obiettivo di diventare il punto di partenza dell’interoperabilità, rendendo il comportamento cross-chain di Ethereum più leggero e standardizzato.

Il lavoro principale comprende rendere le Intent più leggere e modulari, stabilire standard generali, collegare asset e operazioni cross-chain, e fornire interfacce generali sostituibili e componibili per diversi livelli di esecuzione.

I progetti specifici includono:

• Open Intents Framework (OIF): uno stack modulare di Intent, co-sviluppato da EF insieme a Across, Arbitrum, Hyperlane, LI.FI, OpenZeppelin, ecc., che supporta la libera combinazione di diversi modelli di fiducia e ipotesi di sicurezza;
• Ethereum Interoperability Layer (EIL): guidato dal team ERC-4337, costruisce un livello di trasporto transazionale cross-L2 permissionless e resistente alla censura, rendendo le transazioni multi-chain naturali come su una singola chain;
• Un insieme di nuovi standard (serie ERC): coprono indirizzi interoperabili (ERC-7828/7930), integrazione degli asset (ERC-7811), chiamate multiple (ERC-5792), Intent e interfacce di messaggi generali (ERC-7683/7786);

L’obiettivo è diretto: disaccoppiare “cosa vuole fare l’utente” (dichiarativo) da “come il sistema esegue” (procedurale), e permettere a wallet, bridge e backend di verifica di collaborare sotto una semantica unificata.

Segue la fase di “accelerazione”, per ridurre latenza e costi e rendere il multi-chain più in tempo reale.

Si concentra su indicatori misurabili come “numero di firme, tempo di inclusione, conferma rapida, finalità, settlement L2”, con strumenti come regole di conferma rapida L1 (anticipando la strong confirmation a 15–30 secondi), riduzione del tempo di slot L1 (da 12s a 6s in fase di ricerca e sviluppo), e riduzione della finestra di settlement/prelievo L2 (da 7 giorni ottimistici a 1–2 giorni, o introducendo prove ZK e meccanismi di settlement rapido 2-of-3); queste misure gettano le basi per la messaggistica cross-domain e un’esperienza unificata. 

Infine, la fase di “finalizzazione”, che combina prove SNARK in tempo reale e una finalità L1 più rapida, per esplorare forme di interoperabilità con finalità di pochi secondi; a lungo termine, ciò ridisegnerà il panorama dell’emissione cross-domain, delle primitive di bridging e della programmabilità cross-chain. 

Oggettivamente, nel contesto di Ethereum, Interop (interoperabilità) non è più solo il concetto di “ponte di asset”, ma un insieme di capacità sistemiche:

• Comunicazione dati cross-chain — diversi L2 possono condividere stato o risultati di verifica;
• Esecuzione logica cross-chain — un contratto può chiamare la logica di un altro L2;
• User experience cross-chain — l’utente vede solo un wallet, una transazione, non più chain multiple;
• Sicurezza e consenso cross-chain — mantenere lo stesso confine di sicurezza tra diversi L2 tramite sistemi di prova;

Da questo punto di vista, Interop può essere inteso come il linguaggio universale tra i protocolli dell’ecosistema Ethereum del futuro; il suo significato non è solo nel trasferimento di valore, ma nella condivisione della logica.

III. Come Ethereum sta preparando la strada per l’“interoperabilità”?

Vale la pena notare che recentemente Vitalik ha avviato una discussione sul forum Ethereum Magicians riguardo l’accorciamento del tempo di prelievo Stage-1 (prima fase) degli optimistic rollup, proponendo di ridurre il ciclo di prelievo dai tradizionali 7 giorni a 1–2 giorni, e suggerendo di introdurre gradualmente meccanismi di settlement e conferma più rapidi, mantenendo la sicurezza sotto controllo.

In apparenza, questa discussione riguarda l’esperienza di prelievo dei Rollup, ma in realtà risponde direttamente a uno dei tre pilastri dell’“interoperabilità”—l’accelerazione.

Fonte: Ethereum Magicians

Dopotutto, il ritardo nei prelievi non è solo un problema di esperienza utente, ma il collo di bottiglia della liquidità dell’intero sistema di collaborazione multi-chain:

• Per l’utente, determina la velocità con cui i fondi si muovono tra diversi Rollup;
• Per i protocolli di Intent e le reti di bridge, influisce sull’efficienza del capitale delle soluzioni;
• Per la mainnet di Ethereum, determina se l’ecosistema può mantenere coerenza e sicurezza in interazioni più frequenti;

La posizione di Vitalik, in sostanza, apre la strada a questo: in breve, accorciare il tempo di prelievo non solo migliora l’esperienza utente dei Rollup, ma è anche un upgrade infrastrutturale fondamentale per sbloccare la messaggistica cross-domain, la liquidità e il rapido flusso di stato; questa direzione è perfettamente in linea con l’obiettivo della EF nella linea “Acceleration”: ridurre i tempi di conferma, aumentare la velocità di settlement, abbassare i costi dei fondi in transito, e infine rendere la comunicazione cross-chain in tempo reale, affidabile e componibile.

Questi sforzi si rifletteranno anche nell’evento Devconnect che si terrà il 17 novembre (UTC+8) in Argentina. Secondo l’agenda ufficiale, Interop sarà uno dei temi principali di quest’anno, e il team EF annuncerà ulteriori dettagli relativi a EIL (Ethereum Interoperability Layer).

In generale, tutto questo punta nella stessa direzione—Ethereum sta completando la transizione da “espansione” a “integrazione”.

Naturalmente, questo articolo, come primo della serie Interop, solleva solo la questione fondamentale che l’interoperabilità è la destinazione finale della narrazione cross-chain, e offre una prima occhiata all’attuale percorso tecnico della EF, alle discussioni in tempo reale di Vitalik, dalla standardizzazione ingegneristica al progressivo accorciamento dei cicli di settlement; stiamo assistendo a un’altra evoluzione strutturale dell’ecosistema Ethereum.

Continueremo a esplorare da diverse prospettive perché l’interoperabilità non è solo un ponte, ma il protocollo di base che collega il futuro di Ethereum.

Restate sintonizzati.

 

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